sabato 13 giugno 2020

Sintesi Finale (Step #24)

Limite: una parola dalle mille sfumature, una parola osservata e studiata innumerevoli volte nel corso della storia da filosofi, scrittori e matematici di tutto il mondo, fino a divenire di uso quotidiano. 

Attorno a questo termine ruotano molteplici concetti e collegamenti, ma si può asserire che l’essenza del suo significato trovi realizzazione in due grandi espressioni contrapposte: 
da un lato il limite rappresenta, secondo una visione negativa, un ostacolo, qualcosa che opprime, che dà la sensazione di essere rinchiusi in una scatola dalla quale non si può fuggire, qualcosa che separa dai desideri e dagli obiettivi. Il mondo in cui viviamo è continuamente tempestato da limitazioni, talvolta necessarie, per contenere, ad esempio, gli effetti devastanti di una pandemia che ha fermato il mondo per il bene comune, in altri casi, inopportune, poiché frutto della prevaricazione di chi, in virtù del suo ruolo, costruisce una gabbia intorno ai più deboli. 
Il limite, tuttavia, esorta al suo superamento, a trovare la forza interiore anche di fronte a quelle difficoltà apparentemente insormontabili. Ecco che qui emerge la sua visione positiva. 

Come anticipato, il limite è stato da sempre oggetto di pensiero. Sin dalla antica Grecia, infatti, rivela la sua presenza in numerosi miti, dalle Colonne D'Ercole, rappresentazione del limite della conoscenza umana, a Icaro, espressione della volontà poco avveduta di infrangere un principio inconfutabile. Continua il suo percorso nei "Dialoghi" di Platone fino al Medioevo, arrivando poi alla filosofia contemporanea con Kant e Fichte
Trova approfondimento anche nella letteratura, come nella figura dell’inetto di Svevo, oppure in Oscar Wild; ma il “padre del limite”, colui che cerca di comprenderne il significato più profondo, è senza dubbio Leopardi. Indaga i limiti del piacere nello Zibaldone, mentre fissa l’infinito come limite del reale nel noto sonetto omonimo. 
Come nel passato, anche oggi il limite è “protagonista”: figura, infatti, sia nelle nuove correnti artistiche che in spot televisivi, film e serie tv

Questo termine trova una concreta applicazione anche nelle materie ingegneristiche: si parla di limite matematico quando si vuole studiare il comportamento di una funzione e stabilirne il valore a cui tende, ovvero comprenderne l’andamento. L’utilizzo di questo metodo è alla base dell’analisi di fenomeni che regolano la vita di tutti i giorni, come evidenziato dal Trattato dei "Limiti dello sviluppo", in cui viene elaborato un modello a cinque variabili, tra cui le risorse non rinnovabili e l’inquinamento, e illustrata la concreta possibilità che l’intero sistema “mondo” sarebbe collassato nel corso del XXI secolo. 
Viene a crollare, così, l’ideale di un mondo senza limiti, dunque utopico. L’assenza del limite, tuttavia, può scontrarsi con i fondamentali principi etici che regolano le nostre vite.

giovedì 11 giugno 2020

Le Colonne D'Ercole

Le colonne d’Ercole rappresentavano il limite estremo del mondo conosciuto ed il limite della conoscenza.





Esistevano per indicare il limite oltre il quale non era più possibile fare ritorno perché al di là, il pericolo e l’ignoto ci spingevano verso la fine del mondo.

Nonostante, però, la paura da parte dell’uomo di tutto ciò che gli è sconosciuto, l’istinto di venire a conoscenza della verità prevale sempre e ciò portò le navi del mitico eroe Ercole a spingersi oltre la soglia dell’impossibile, per il costante desiderio di conoscere, scoprire e sapere.



FONTI:

martedì 9 giugno 2020

martedì 2 giugno 2020

Serie TV (Step #22)

UN TEMPO SENZA LIMITE

EPISODIO I
Adam è un giovane ingegnere travolto sfortunatamente da una grande tragedia: era di ritorno da una giornata al mare con la sua fidanzata Susan, quando squilla il telefono. Nonostante gli avvertimenti di Susan a stare attento e guardare la strada, Adam imperterrito risponde al messaggio. Non si accorge, però, della vicina curva e sbanda, ritrovandosi scaraventato nella corsia opposta. La macchina si capovolge più volte. Quando i soccorsi arrivano Adam ha solo un braccio fratturato e qualche livido, mentre Susan viene ricoverata con urgenza in ospedale; è in gravi condizioni.
Oggi, a un mese dall'incidente, la povera ragazza è ancora nel suo letto d'ospedale in coma e Adam è lì seduto accanto a lei, pieno di rimpianti e non fa altro che pensare ogni istante a cosa fosse successo se non avesse risposto a quel maledetto messaggio.

EPISODIO II
Lì su quella sedia la mente di Adam è travolta da mille pensieri: l'unico suo desiderio è quello di poter passare del tempo con Susan, gli basterebbe anche solo parlarle per un minuto, vedere i suoi occhi verdi brillare e il suo sorriso luminoso. Vorrebbe abbattere il più grande limite di sempre: il tempo. 
Passano i giorni e le condizioni di Susan non cambiano, così il giovane ingegnere decide di reagire e usare le sue capacità per trovare una soluzione. Si reca, così, in laboratorio e dopo aver studiato giorno e notte, progetta due microchips dalle proprietà impensabili. 
La sua creazione è completa. Adam è fiducioso, ma c'è un solo modo per sapere se sia funzionante: sperimentarla. 
Si reca, quindi, in ospedale. E' sera. Inserisce il primo microchip  dietro il collo di Susan, il secondo dietro il proprio. Poi collega le estremità con un sottile filo. Chiude gli occhi.

EPISODIO III
Adam si risveglia. Non si trova più, però sulla sedia dell'ospedale dove aveva passato gli ultimi mesi, bensì gli sembra di intravedere il mare. Sì, Adam si trova proprio sulla spiaggia dove aveva passato le ultime ora prima dell'incidente con la sua fidanzata. Dopo essere rimasto incantato a fissare quel luogo incredulo, si sente toccare la spalla: era proprio lei, Susan. 
Il sue lavoro ha funzionato! 
I due ragazzi sono ora in una realtà virtuale dove possono finalmente abbracciarsi e parlare.
Adam è riuscito a oltrepassare la spietatezza del tempo e ora vive in un mondo senza limiti, un mondo infinito dove le lancette dell'orologio non scorrono, dove i due possono godersi il momento, il presente, senza dover pensare al futuro o agli errori del passato.

domenica 31 maggio 2020

L'Etica Del Limite (Step #21)

"La morte costituisce il paradigma del limite insuperabile, il limite per eccellenza, il limite dei limiti. Ciò che oggi avviene circa la morte e il morire riguarda in definitiva la sfida che il limite pone all’uomo."



Viviamo in un epoca in cui nel momento stesso in cui l’uomo si scopre mortale, elabora strategie di superamento della morte. 

L'obiettivo della nostra società occidentale odierna non è religiosa né politica, ma prettamente individualista: essa intravede la possibilità di poter vincere la guerra contro la morte, di toglierle la qualità di ultima parola sulla vita dell’uomo. Infatti, mentre la biogenetica sta cercando di creare la vita, l’ingegneria geriatrica e la medicina rigenerativa cercano di allungare la vita e di far morire la morte, togliendole quindi anche la sua qualità di parola originaria.
Tutto ciò accade perchè la morte è la più grande paura dell'uomo e lo mette davanti a una sgradevole verità: la vita è limitata.

L’atteggiamento post-moderno è, quindi, un atteggiamento aggressivo nei confronti della morte in quanto si esprime dicendo che "la morte è mia e me la gestisco io, pretendendo il diritto a morire come, dove e quando voglio."

Accanto a questo, però, non si può nascondere l’approccio umanizzante al morire che si sta facendo strada nello sviluppo delle cure palliative, che reagiscono alla disumanizzazione di un approccio biomedico che ha come unica finalità l’allungamento della vita biologica. In questi ambiti si cerca, infatti, di ridare parola al morire ritenendolo parte costitutiva del vivere. 


La società postmoderna tende a creare un individuo indipendente inculcandogli il senso del suo diritto a una vita che si prolunga indefinitamente. La contraddizione emerge nel fatto che tale indipendenza viene raggiunta attraverso la dipendenza dalle macchine e dalle terapie biomediche, dalle tecnologie mediche e scientifiche: una totale dipendenza dal potere biomedico. Anche la forma di negazione della mortalità presente nei movimenti che propugnano la morte volontaria e il suicidio assistito come diritto dell’individuo e della sua libertà, è in realtà praticabile solo attraverso assistenza medica e tecnica, dunque sotto il controllo di volontà e mani altrui. 
La morte andrà sempre oltre il soggetto, essendo il confine, quindi il limite, che unisce il soggetto al mondo.



FONTI: