venerdì 29 maggio 2020

Nella Filosofia Contemporanea (Step #18)

Nel XIX secolo la filosofia assiste alla riformulazione del criticismo kantiano in chiave idealistica. Fichte è uno dei maggiori esponenti e fa dell'io il principio assoluto a cui ricondurre l'intera realtà, che per la ragione può diventare così oggetto di scienza.




La principale differenza tra Kant e i filosofi idealisti è che mentre la filosofia kantiana è la filosofia del limite e il limite è il neumeno, in quella idealistica abbiamo un io illimitato, non più limitato dal mondo sensibile e dal neumeno. In Kant il soggetto è limitato dal neumeno e dalle sensazioni esterne, mentre in Fichte il soggetto non è più limitato, diventa l'io creatore della realtà.

Fichte mostra come la realtà esterna neghi l'io e non lo riconosca. Ma questa percezione di una estraneità della realtà si supera nel momento successivo in cui l'io riafferma se stesso, quando riesce a cogliere la natura spirituale della realtà e riesce a spiritualizzarla.




C'è l'io e il non-io, l'oggetto limite che l'io può superare quando capisce che quella realtà esterna ha un essenza spirituale. In questo caso il limite viene superato e l'io è libero dal limite.
Questo io è quindi illimitato perchè il soggetto ha l'oggetto come limite interno, non esterno.



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