venerdì 3 aprile 2020

In Un Testo Narrativo (Step #06)

L'aspetto del "limite" che vorrei analizzare in questo post è legato alla limitatezza dell'uomo, in quanto incapace di possedere una totale conoscenza del mondo e di se stesso.

Questo concetto viene perfettamente esposto da Italo Svevo in ciascuno dei suoi tre principale lavori.
Con il tipico stile decadentista, infatti, l'autore mostra fino quasi all’ostentazione la pochezza e fragilità dell'uomo che non si illude più di poter fare a meno di Dio, non si propone di carpire i segreti della conoscenza: tutti i protagonisti di Svevo sono degli inetti.
Ma cos'è l'INETTITUDINE?
L'inettitudine è proprio l'incapacità di vivere, di adattarsi, di scegliere, di affrontare la vita con coraggio.


In "Una vita" è Alfonso Nitti che, offuscato dall'illusione della propria superiorità, non è in grado di comprendere chi in realtà egli sia e che continua a vivere nella convinzione che "ciò che gli capita" non è altro che una conseguenza dei suoi atti.
Il risultato di questo suo atteggiamento non è altro che una sconfitta su tutti i fronti: quello amoroso, quello lavorativo e, infine, quello della vita stessa poiché il romanzo terminerà con il suicidio del protagonista, cioè con la sua definitiva rinuncia alla lotta contro la delusione.



In "Senilità", allo stesso modo Emilio Brentani si illude di poter corteggiare la bella Angiolina, senza legarsi sentimentalmente e affettivamente a lei. Non riuscendo a raggiungere il proprio obiettivo il protagonista sarà costretto a confrontarsi con Stefano Balli che, al contrario suo, incarna il modello dell'uomo vincente. A quel punto la senilità, cioè una vecchiaia precoce, propria di chi pensa di saper già tutto della vita e dell’amore e che perciò la realtà non abbia più niente da insegnare, si impadronisce di Brentani.



FONTI:
"Leggere come dicio io...", Ezio Raimondi

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